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domenica 1 settembre 2019

L'importanza di conoscere i Malti per fare la birra





Chiunque si avvicini al mondo dell'homebrewing sa che per fare la birra ci vogliono malti d'orzo, acqua, luppoli e lievito. Poi si possono usare malti speciali , spezie e ingredienti del territorio.
L'importante è partire con il piede giusto: cos'è esattamente l'orzo maltato, come cambia la nostra birra e quante varietà ci sono?
Il malto d'orzo viene usato per capacità che risultano importanti nel processo di birrificazione: la buccia del malto di orzo è resistente ed impedisce al chicco di diventare attaccaticcio o gommoso durante la maltazione e non si attaccano ai rulli del mulino durante la macinazione.
Il processo di maltazione rende uitlizzabili zuccheri, amidi e proteine, permettendo poi al lievito durante la fermentazione di banchettare con essi. La germinazione del chicco di malto viene bloccata al momento giusto tramite essicazione e riscaldamento, così da impedire la nascita di nuove piante, ma di avere un prodotto utilizzabile per il processo di birrificazione.


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Grazie agli zuccheri presenti nel malto, il lievito può svolgere la sua azione nutrendosi di questi e inoltre i malti utilizzati determinano sapore, aroma e colore alla nostra birra.
La fase successiva alla maltazione determina il tipo di sapori e aromi che ogni malto aggiungerà alla nostra birra:
- se li metto in forno appena essicati e germinato questi caramellizzeranno donando aromi burrosi, di caramello o di uva
- se invece li asciugo prima di metterli in forno , grazie alle reazioni di Maillard, tostandoli, avremo sapori e aromi di cioccolato e caffè.

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Per valutare il colore in Europa usiamo la scala EBC (European Brewing Convention), in America usano la Scala Lovibond (ditta che produce apparecchiature per la misurazione del colore) o la scala SRM (standard dell'American Society of Brewing Chemists).
Il dato numerico EBC o SRM sta indicare il colore chiaro, ambrato o scuro che un malto o i malti utilizzati possono conferire alla nostra birra, mentre il dato Lovibond, grazie a una analisi fotometrica del campione, misura l'assorbimento di luce di una determinata birra.

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Per convertire la scala EBC e SRM esistono formule semplici da utilizzare:

SRM = EBC * 1,97
EBC = SRM /1,97


PILSNER MALT malto dal colore chiaro e dal sapore delicato, usato in particolare per le lager e le birre chiare

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PALE MALT vi sono diverse varietà: British Pale, American Two-Row Pale e American Six-Row Pale, conferiscono aroma di biscotto e miele e utilizzati per produrre birre leggere.
Il British Pale è più scuro e saporito di un American Pale, l'American 2-Row Pale è una via di mezzo tra un British Pale e un Pilsner dando sapori di miele e grano, infine l' American 6-Row Pale è un malto chiaro ma meno saporito del 2-Row.


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PALE ALE MALT da confondere con la varietà pallida descritta in precedenza, che vengono utilizzati prevalentemente nelle birre chiare in stile inglese; il pale ale malt è un malto più scuro dal sapore maltato più intenso.


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MALTO VIENNA E MALTO MONACO di Baviera, sono malti melanodinici, utili per dare più complessità e sapore, basi per birre chiare o ambrate, con sapori dolci di caramello senza utilizzare malti scuri.
In una marzen il malto Vienna per esempio aggiunge sapore di biscotto o lievemente tostato.


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Il Malto Monaco è più scuro del Vienna con sapori più intensi che ben si adattano in una Dunkel o in una Oktoberfest. questo tipo di malto esiste nella varietà più chiara e più scura.


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FINE PRIMA PARTE

venerdì 15 marzo 2019

BRASSA E DEGUSTA 2019 : IRISH RED



La Brasseria Veneta compie 10 anni e qui sul sito avete la possibilità di scoprire cosa realizza e come la famiglia di questa associazione, composta oramai da più di 100 soci da tutta Italia, sia impegnata non solo a fare birra, ma grazie ai momenti e agli eventi che si susseguono durante l'anno, si impegna nel sociale contribuendo e donando a realtà locali di vario genere in modo concreto per essere un concreto supporto.



In ogni evento della Brasseria Veneta è la birra artigianale creata tra le mura di casa (Homebrewing) ad essere la protagonista indiscussa: ogni stile viene studiato e interpretato cercando di conoscerne e carpirne l'essenza, per portare alla degustazione qualcosa che permetta ai sensi dell'olfatto e del gusto di apprezzare la bevanda versata nel bicchiere per l'assaggio.
E siamo alla 2a Tappa degli incontri organizzati dalla Brasseria Veneta, dove la birra protagonista della serata, la IRISH RED, viene brassata dagli homebrewer soci della associazione culturale no profit, homebrewer appassionati e amanti della bevanda di Cerere, guidati dallo staff di esperti della Brasseria Veneta che aiuterà a degustare e valutare le birre presentate ai partecipanti che non necessariamente devono essere produttori casalinghi di birra. 
Il luogo prescelto è la Pizzeria Sant'Agostino di Treviso, l'abbinamento dedicato e creato appositamento per lo stile oggetto della serata avranno come partners le deliziose pizze  realizzate e studiate in collaborazione con lo chef pizzaiolo del locale. 
Possono partecipare tutti coloro i quali piace la birra specie se artigianale, non è necessario partecipare portando la birra realizzata homemade: lè sufficiente avere voglia di degustare e apprezzare uno stile storico ma quanto mai difficile da reperire . 


Per info e prenotazioni Brassa e Degusta 2019 IRISH RED





Le IRISH RED (BJCP 15A), sono birre facili da bere, si presentano con un gusto delicato, leggermente maltate, talora si apprezza una leggera iniziale dolcezza di toffee/caramello, mentre al palato si sente un lieve cereale e biscotto per finire con un po' di torrefatto. Alcune versioni possono enfatizzare di più la dolcezza e il caramello, mentre altre favoriscono il palato di cereale e il secco torrefatto.
Mentre l’Irlanda ha una lunga tradizione di Ale, l'Irish Red Ale è uno stile moderno,  un adattamento o interpretazione dello stile English Bitter con meno luppolatura e un po’ di malto torrefatto per dare colore e secchezza. 
Riscoperta come stile di birra artigianale in Irlanda, oggi è elemento essenziale della gamma di gran parte dei birrifici, insieme alla Pale Ale e la Stout. 

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Le birre tradizionali irlandesi incluse in questa categoria dal BCJP vanno da un colore ambrato a scuro, sono ad alta fermentazione, di forza da moderata a leggermente forti e sono spesso ampiamente incomprese a causa delle differenze con i prodotti per l’export oppure oscurate dalle caratteristiche di birre ampiamente commercializzate da birrifici molto noti. Ogni stile in questa categoria ha caratteristiche ben più ampie rispetto a quanto comunemente creduto. 

DATI

 OG: 1.036-1.046 / FG: 1.010- 1.014
 IBUs: 18 – 28  EBC: 18 – 28  ABV: 3.8 – 5.0%


Ingredienti: generalmente in genere ha un poco di orzo torrefatto o malto Black per impartire il colore rossiccio e il finale secco da torrefatto. Malto base è il classico Pale Ale.
I malti caramello storicamente erano importati e quindi più costosi, non tutti i birrai li usavano.
In buona sostanza  sono l'equivalente meno amaro e meno luppolato della English Bitter con finale secco dovuto all’orzo torrefatto, è più attenuata, con meno gusto di caramello e meno corpo delle ale scozzesi con equivalente alcolicità.
Irish red Ale: seguendo il Bjcp rappresentano un qualcosa che sta a metà tra le rotondità delle Scottish Ales (ma meno corpose, meno toffeish) e le luppolature palatali delle Bitter inglesi (rispetto alle quali troviamo più rotondità e pulizia).

Esempi commerciali: Caffrey’s Irish Ale, Franciscan Well Rebel Red, Kilkenny Irish Beer, O’Hara’s Irish Red Ale, Porterhouse Red Ale, Samuel Adams Irish Red, Smithwick’s IrishCream Ale

Queste birre rientrano nella macro area Frutta e toffee: una buona caratterizzazione dovuta al malto, hanno anche aromi leggermente fruttati, con note di caramello e mou che si accompagnano a note di frutta secca, mele rosse, arance e susine.
ABBINAMENTI: pizza, vegetali a “radice”, formaggio blu, salumi, carne di maiale, pollame, selvaggina.

 Concludendo possiamo dire che "le Irish Red Ale sono uno stile-non-stile", non hanno una vera e propria storia, e nemmenpsi sa bene quando siano nate tanto che il BJCP  non riesce a definirle in maniera netta. 
Sicuramente è uno stile nato in Irlanda, ma abbiamo nulla che faccia risalire  al quando e al  come. E' intuibile o da supporre che prendano spunto dalle Pale Ale inglesi importate nella terra di smeraldo. Ron Pattinson, studioso della storia della birra anglosassone, così ci dice a riguardo:
"È divertente come sembra essere stato dimenticato che il classico Irish Red Ale Smithwicks ha iniziato la sua vita come Pale Ale. Nel corso degli anni è stato preso a calci un po 'dai suoi proprietari fino alla fine nel suo attuale stato dispiaciuto: una Pale Ale senza carattere di luppolo."

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Non esiste una birra rappresentativa dello stile, però possiamo ispirarci a due buoni esempi commerciali facilmente reperibili :
  • O’Hara Irish Red Ale  Una birra reperibile nei supermercati, una buona interpretazione dello stile: si presenta secca, caramello bruciato piu che toffee, molto leggera. Si beve con facilità grazie anche alla bassa gradazione alcolica (4.3 ABV). 
  •  Kilkenny   birreria fondata nel 1710, fino al 2013 prodotta nella Birreria Smithwick, ora viene prodotta a Dublino: colore rosso ambrato e gusto corposo ha gradazione alcolica pari a 4,3% vol. Ha una schiuma simile alla Guinness, con un gusto più forte (e più amaro di Smithwicks), sapore leggermente amaro e acidulo, addolcito da un tocco di caramello.

Il nome Kilkenny originariamente è stato usato negli anni 80 e 90 quando venne introdotta sul mercato europeo e canadese, per facilitare la difficoltà nella pronuncia della parola Smithwick'sÈ una birra da abbinare a piatti corposi di carne e formaggi speziati e stagionati.





sabato 9 febbraio 2019

Idromele la bevanda degli Dei


L’idromele, parola che deriva dal greco ὕδωρ, hýdor “acqua” e μέλι, méli “miele”, è sicuramente il prodotto fermentato più antico del mondo ed anche il più facile da preparare perchè dove ci sono api c’è miele.

Nell’antichità era anche conosciuto come “la bevanda degli dei”, non si hanno notizie certe sul periodo in cui l’uomo imparò o scoprì come poterlo fare, ma certo è che risale ai tempi dei tempi.



Si hanno notizie di un idromele dell’antico Egitto, dell’antica Grecia, dell’Inghilterra celtica, della Scandinavia vichinga, degli antichi slavi e probabilmente ne esistono e ne sono esistiti molti prodotti anche in altri luoghi di cui a noi non sono giunte notizie.

L’idromele nella cultura norrena (scandinava) precristiana, sia nella letteratura che nella mitologia, era conosciuto come la bevanda dei re, la bevanda prediletta del dio Odino e di altre creature non umane : una antica leggenda narra che due nani uccidano il vate Kvasir e dal suo sangue ricavino l’idromele, fonte di sapienza e poesia.

Leggendo qua e là scopriamo l’importanza che l’idromele rivestiva nelle società nordiche specie nel popolo vichingo che aveva sale dove anticamente si festeggiava e si banchettava per festeggiamenti religiosi o successi bellici, dette “Sale dell’Idromele”.

Era tradizione e consuetudine, in molte regioni d’Europa, dare alle coppie appena sposate abbastanza idromele per un mese, per garantire felicità e fertilità, da qui la leggenda fa derivare il termine “luna di miele”, anche se etimologicamente nessuna teoria è a supporto di tale origine.

Non ci sono segreti particolari, se non la pazienza perchè la fermentazione è un processo lungo anche della durata di due tre mesi e così pure la sua maturazione che è meglio sia superiore ai sei mesi per avere alla fine un prodotto che soddisfi il nostro palato e le nostre aspettative.


La ricetta base richiede semplicemente miele, acqua e lievito; vi sono alcune varianti come il braggot (miele e malto), il melomel (miele e frutta) e il metheglin (miele e spezie).
Dovete avere a disposizione una damigiana da 5 litri in vetro, con tappo e gorgogliatore,il tutto ben sanificato.
Ho utilizzato 3 litri di acqua portata a 90° nella quale ho immesso due kg di miele, precedentemente messo a bagnomaria per renderlo più fluido : mescolato bene e lasciato 10 minuti a questa temperatura per eliminare l’effetto negativo dei batteri e dei lieviti selvaggi presenti nel miele.
Preferisco questo metodo, che uso anche nella birrificazione, perchè la pastorizzazione del miele elimina aromi profumi e caratteritiche dello stesso miele utilizzato. Dopo il raffreddamento del composto, lo trasferisco nella damigiana da 5 litri già preparata per accoglierlo.



Nel mio idromele ho utilizzato due tipi di miele millefiori del trentino e un miele di ciliegio e melo, per avere un aroma deciso e delicato : spero che il risultato sia come da me previsto e alla fine la bevanda dovrebbe aggirarsi tra i 13 ei 15 gradi alcolici, alla fine il nostro idromele dovrebbe essere un demisec appena dolce. C’è una formula che basandosi sulla quantità di zucchero residuo e la quantità di miele utilizzato per il grado alcolico finale mi permette di prevedere l’intensità della sensazione dolce nell’idromele finito.
Dopo avere raffreddato il tutto fino a raggiungere circa i 20° gradi, ho inoculato il lievito reidradato in precedenza una bustina di SafAle S04 che gli homebrewers americani usano addirittura per brassare le loro Barley Wine poichè pare “mangiare” tutto quello che trova.


Ho misurato la densità iniziale che è di 31 brix ( 1.135 SG o 31,2 gradi Plato ). Avrei dovuto aggiungere dei nutrienti per il lievito che purtroppo non avevo : ho ovviato con una buona “ossigenazione” agitando bene la mia damigiana e aggiungendo alla fine della prima giornata altri 3 grammi di lievito Baianus, un lievito per la vinificazione che tollera anche 16° gradi alcolici, che immediatamente ha fatto sentire la sua voce.


Ho seguito nei primi giorni l’andamento della fermentazione sia come studio essendo la prima volta che mi cimentavo nella produzione di idromele, sia per avere un diario e annotare con precisione l’evolversi della situazione per avere un paragone di confronto in futuro o per valutare altre esperienze di chi ha già fatto idromele.


Per ora tutto pare procedere, appena le condizioni me lo permetteranno provvederò a fare un primo travaso per separare il fondo dai lieviti oramai non più attivi e dalle parti “solide” precipitate sul fondo, sia per pulire che per chiarificare il prodotto finale.
Il segnale che la fermentazione sta terminando dovrebbe essere la riduzione dell’emissione di bolle di anidride carbonica dal volume fermentante della massa, apprezzabile tramite il gorgogliatore: nel mio caso il gorgogliatore non suona nessuna musica particolare se non raramente, quindi mi baserò sul dato visitvo controllando il fondo della damigiana e la limpidezza del liquido oltre al dato empirico della misurazione della densità oggettiva raggiunta.



Dopo 4 settimane di fermentazione molti imbottigliano il loro idromele utilizzando bottiglie di vetro scuro, da chiudere ermeticamente e riporre in una cantina fresca. In tal caso, per evitare scoppi è consigliato provvedere di tanto in tanto alla sfiatatura delle bottiglie.
Dopo circa 3 o 4 mesi l’idromele è pronto per il consumo, però risulterà ancora molto dolce e “acerbo”, ma sarà già gradevole per poterlo assaggiare insieme agli amici. Da questo momento in poi ogni mese passato in cantina ad invecchiare non farà altro che migliorarne il sapore, rendendolo sempre più secco e anche più alcolico. Io preferisco aspettare un po’ di più già durante la fase della “fermentazione” per evitare scoppi inattesi.


L’idromele, una volta conclusasi la fermentazione, prima di essere imbottigliato e quindi consumato fresco o all’invecchiamento, deve rimanere in ambienti freschi, al riparo dalla luce del sole e con un’umidità elevata per far risaltare gli aromi terziari, che contribuiscono al bouquet elaborato e profondo che valorizza al massimo il lavoro magnifico delle api e quello successivo che si realizza in cantina.




Ad oggi 18 Gennaio 2014 la situazione procede così : OG 1.135 gradi Plato 31,2 >> SG 1.042 – Gradi Plato 10.6 – Alcool 12,48% – Attenuazione Reale 56,47%


Il 16 Febbraio 2014 il processo si può considerare concluso e la fase successiva, tramite filtrazione dell'idromele, è quella dell'imbottigliamento.

OG 1.135 gradi Plato 31,2 >> SG 1.000 – Alcool 18,18% – Attenuazione Reale 81,96%

Il mio è un idromele secco perche la FG è < 1.010 ,  con FG tra 1.010 e < 1.020 sarebbe stato medio o demi-sec, con FG > 1.020 invece si considera dolce.


Ho usato bottiglie "piccole" da 0,5 o da 0,33, ottime son le champagnotte da 33 cl : ricordate che una volta aperta la bottiglia, poichè il contenuto tende ad ossidare assai velocemenre, si deve consumare nel giro di poche ore.

Lasciare maturare in bottiglia per almeno 1 anno, se riuscite meglio 2.



giovedì 10 gennaio 2019

Brassa e Degusta 2019 : Black Ipa

Da homebrewer voglio segnalarvi una bella iniziativa della Brasseria Veneta, che nel 2018 ha avuto seguito e consensi davvero entusiastici e positivi.
Che cosa è il Brassa e Degusta 2019 della Brasseria Veneta ?



Una serie di incontri dove la birra protagonista della serata sarà brassata dagli homebrewer che avranno deciso di realizzare la ricetta dello stile birraio proposto e degustato dai presenti alla serata, homebrewer appassionati o amanti della bevanda di Cerere, guidati dallo staff di esperti della Brasseria Veneta che aiuterà a degustare e valutare le birre presentate. 
Ad ogni incontro vi sarà un abbinamento cibo dedicato e creato appositamento per lo stile oggetto della serata in collaborazione con il luogo prescelto per l’effettuazione della serata evento. 
Possono partecipare tutti, non è necessario partecipare portando la birra realizzata homemade: le birre proposte sono selezionate tra i soci e i non soci che si proporranno per portarle in degustazione. 

Come sempre un evento della Brasseria Veneta dedicato al mondo della birra artigianale creata tra le mura di casa (Homebrewing), fatta da appassionati birrai casalinghi (homebrewer) che si mettono in gioco in modo simpatico e divertente in serate che insegnano ai presenti, soci e non soci, a conoscere e apprezzare un determinato stile, cercando di conoscerne e capirne tutte le componenti dalla creazione della birra stessa sino al momento della degustazione, che permetta ai sensi dell'olfatto e del gusto di apprezzarla in tutta la sua complessità la bonta o i difetti.

La Brasseria Veneta compie 10 anni e qui sul sito potrete capire e scoprire cosa realizza e come la famiglia di questa associazione, composta oramai da più di 100 soci da tutta Italia, sia impegnata non solo a fare birra, ma grazie ai momenti e agli eventi che si susseguono durante l'anno, si impegna nel sociale contribuendo e donando a realtà locali di vario genere in modo concreto per essere un concreto supporto.

La prima tappa del Brassa e Degusta 2019 ha in programma la realizzazzione della Black Ipa, uno stile conosciuto anche come Cascadian Dark Ale (CDA), birra basata su una ricetta che unisce le caratteristiche dei malti scuri (tostato, cioccolato, bruciato) alle luppolature tipiche delle IPA ovvero Indian Pale Ale (o più precisamente American IPA). 
Il risultato, sicuramente di difficile bilanciamento, è molto intrigante: sono birre che hanno riscosso un buon successo in Italia e all’estero.



 Leggete le righe che seguiranno e vi aiutero’ a creare le basi per realizzare la vostra Black Ipa e perchè no, partecipare alla Tappa di Marzo 2019 del Brassa e Degusta che si svolgerà al Parabasso di Paese (TV).

Storicamente è una variazione dello stile American IPA, birra commercialmente realizzata per la prima volta da Greg Noonan (Blackwatch IPA) nel 1990, si diffuse nel nord-ovest e California meridionale a partire dai primi anni del 2000.
Vengono utilizzati malti torrefatti e decorticati, senza che diano l'aspro o il bruciacchiato tipico di questi malti, ma solo per il colore e gusto; luppolo americano o pacifico che non entrino in conflitto con i malti torrefatti
I luppoli danno una intensità da moderata ad alta, spesso con caratteristiche di frutta col nocciolo, tropicale, balsamico, pinoso, frutta secca, frutti di bosco o melone. Se si fa dry-hopping possiamo avere aromi floreali o erbacei o vegetali, l'aroma dei malti scuri può includere note lievi di cioccolato, caffè o pane tostato.
E' possibile percepire in maniera più sfumata la dolcezza del malto, sempre delicata o leggermente caramellata. Il fruttato, in genere dato dagli esteri o dal luppolo, è percepibile non in tutte le produzioni, anche se non è infrequente avere una femrentazione neutra. .
L'equilibrio e le impressioni generali di questo stile sono simili alla American IPA o alla Double IPA, con torrefatto limitato simile a quello delle Schwarzbier.Senza il torrefatto-bruciato delle Stout e Porter americane e con minor corpo, più delicata ma con maggior bevibilità.
Il colore varia da marrone scuro a nero, dovrebbe essere limpida, ma le versioni non filtrate e con dry-hopping possono risultare un poco torbide: se è opaca non deve però apparire torbida.
Schiuma ben compatta e persistente di colore marroncino.
Alla degustazione riscontriamo un corpo morbido da medio-leggero a medio, con una astringenza significativa derivante dal luppolo o dal malto torrefatto.
Le versioni con dry-hopping possono essere un po’ resinose, carbonazione di solito media, leggera cremosità anche se non è richiesta.
Solo nelle versioni più forti riscontriamo e percepiamo il calore delicato originato dall’alcol.

Dati : OG 1.050 – 1.085, FG: 1.010 – 1.018,  IBUs: 50 – 90,  Ebc: 50 – 80, alcool ABV 5.5 – 9.0% 

Malti da utilizzare Pale Ale 80-85%, Malti Tostati (CaraMonaco,Black Malt,Chocolate e Carafa Decorticato) totale 15% , Luppoli USA anche per Dry Hopping (2-3 gr/l) , lievito Us-05 o similare

Mash single step a 66°c , Fermentazione a 20°c




Non ci resta che aspettare che la birra maturi e sia pronta per l'assaggio, vi aspettiamo al Brassa e degusta di Marzo 2019.


mercoledì 9 gennaio 2019

Perchè un corso Primi Passi per Homebrewer ?

La Brasseria Veneta da sempre ha nel suo DNA genetico il gene HOMEBREWER e per tale ragione il suo interesse per il mondo della birra artigianale trova radici profonde nella cantera degli homebrewer che diventeranno i grandi birrai del futuro.



Molti gli esempi nel corso di questi "primi" 10 anni di Homebrewer diventati birrai importanti o esperti del settore con competenze professionali rilevanti, citiamo Nicola Coppe, Fabio Polesel, Gianni Padovan e altri che oggi sono nel settore come professionsti nati da questo incantevole e magico mondo degli homebrewer.
Oggi la rete e’ fonte di moltissime informazioni, che spesso diventano disinformazione per il semplice fatto che tutti vogliono scrivere ma pochi risultano essere davvero interessanti punti di riferimento per chi vuole iniziare a fare birra in casa, in modo divertente e piacevole.
Ricordiamo che l'homebrewer fa birra in casa spesso con attrezzature autocostruite e che il divertimento deve essere sempre al primo posto per riuscire a realizzare una buona birra fatta in casa.
Le birre che facciamo devono essere buone e bevibili, senza difetti e devono piacere principlamente a noi che le facciamo e poi ricevere i giudizi di amici, appassionati o esperti che possano gratificarci o darci ulteriori suggerimenti per migliorare il risultato finale.
Spesso non si sa dove iniziare, si ha paura di non avere spazi sufficienti, di non avere l'attrezzatura giusta, di non sapere come realizzare una ricetta o da quale ricetta partire, quali sono i malti i luppoli le spezie da usare, quale lievito e come deve lavorare questo lievito, la fermentazione, la fase di imbottigliamento e maturazione per arrivare alla degustazione che è il momento sublime di tutta la fatica, le paure e l'emozione di una birra realizzata con le nostre mani.
Non è un punto in più o in meno di densità finale che compromette il risultato finale della nostra birra, ma in verità molti sono gli elementi e gli accorgimenti fondamentali che ci indirizzereranno in modo corretto sulla giusta strada da seguire per trovare il nostro modo personalizzato per fare una buona birra homemade.
Spesso ci si perde dietro alcuni parametri della produzione senza invece considerare il quadro globale, con il risultato di focalizzarci su alcuni aspetti in realtà ininfluenti ma che ci complicano la vita, ottenendo risultati modesti se non addirittura deludenti che ci tolgono entusiasmo e voglia di continuare : mai demordere, buona la prima ma buone anche tuttte quelle a venire !!!


La Brasseria Veneta ripropone il corso Primi Passi adatto per chi vuole iniziare, per chi ha iniziato con il kit ma non ha il coraggio di avventurarsi nell'All Grain e per chi da sempre incuriosito pensa che fare birra in casa non sia realmente alla portata di un semplice utente domestico.
Se siete dei possibili Homebrewer ma non avete ancora trovato "il coraggio" per entrare nel mondo della birra fatta in casa, ecco che è arrivato il momento di essere Coraggiosi :


Qui troverete tutte le info utili del programma e come fare per iscrivervi e non dimenticate che a breve inzia il nostro BRASSA E DEGUSTA 2019 , incontri per tutti per chi fa la birra e per chi invece piace solo assaggiarla berla e degustarla in compagnia imparando a conoscere gli stili e come viene fatta in casa dalla voce degli homebrewer presenti.
    

sabato 27 ottobre 2018

All Grain Lesson 1 : Le Materie Prime

Iniziamo da una frase storica di un grande personaggio :

«La birra è la prova che Dio ci ama e vuole che siamo felici.» - Benjamin Franklin

Una leggenda narra come in un villaggio fra il Tigri e l'Eufrate una donna dimenticasse una ciotola di cereali fuori dalla capanna. Piovve e i cereali si bagnarono.
Il sole poi li fece germogliare: ma lo stesso sole, divenuto cocente, fece morire i germogli. Piovve nuovamente e i chicchi macerarono nell'acqua. Microorganismi presenti nella atmosfera innescarono una fermentazione spontanea.
Dopo alcuni giorni un animale si abbeverò dalla ciotola e cominciò a comportarsi in modo strano. Incuriosita, la donna assaggio' quel liquido ..... Quando l'uomo primitivo si nutrì dell'intruglio si sentì rinvigorito e soprattutto più felice: la durezza della vita gli apparve più sopportabile e forse vide in questo un intervento divino ! 
E fu l'inizio di una grande avventura che ancora oggi è un piacere per l'uomo e si chiama Birra Artigianale che possiamo fare anche a casa e chiamarla homemade, birra da homebrewer.

Esistono sostanzialmente tre metodi per la produzione casalinga di birra:
KIT    —-> utilizzare dei kit pronti
E+G  —-> utilizzare l’estratto di malto non luppolato e aggiungere luppolo + eventuali grani speciali

ALL GRAIN  —-> acquistare tutte le materie prime compresi i cereali in grani

La metodica che ci interessa è la terza detta All Grain (AG), la stessa utilizzata dai produttori di birra artigianale, i microbirrifici. Perchè fare birra All Grain ?

  • Perchè con i grani ovviamente si hanno le maggiori soddisfazioni e si possono controllare tutte le variabili del processo e usare qualsivoglia tipo di malto.


Quali sono le materie prime che ci servono per fare la birra ?




Uno dei principali ingredienti per produrre la birra è il malto :
Il malto si può estrarre da tutti i cereali ma, oggi, il cereale più utilizzato è l‘ORZO. 
Per produrre la birra occorre un cereale ricco di amido da trasformare in malto, cioè in zucchero. L'orzo per la produzione della birra deve essere ricco di carboidrati e povero di proteine, perchè rendono instabile la birra e sono la principale causa dell' intorbidimento di quest' ultima. L'orzo rappresenta il cereale principale per la produzione della birra.




Con il processo di maltazione a diversi tempi e temperature, si possono ottenere, per le svariate esigenze produttive ( es. birre speciali), diversi tipi di malto :

Malto Chiaro (Pilsner, Pale Ale)
Malto Scuro (Monaco, Cara-)
Malto tipo Vienna (utilizzato per Marzen e Vienna,
Malto Caramello (Crystal, Special B e Cara-)
Malto Colorante (Roasted, Black e Chocolate)
Malto Acido (acidificante la miscela malto-acqua)
Malto "Corto - Spuntato" (per il miglioramento della schiuma, della pienezza)

Il malto ottenuto da frumento, si distingue in:

Malto di Frumento Chiaro
Malto di Frumento Scuro

Tuttavia anche altri cereali possono essere sottoposti alla maltazione e poi usati per fare la birra: farro, frumento e segale.



Se volete approfondire le caratteristiche dei vari tipi di malto andate qui 

Per poter iniziare a fare la nostra birra in casa, non basta conoscere le materie prime per realizzare una birra ma serve anche una adeguata attrezzatura, pur minimale per iniziare a produrre.
Nel prossimo appuntamento vedremo cosa ci servirà per poter iniziare.



Non perdete la lezione numero 2 : la attrezzatura per iniziare a fare birra All Grain.