domenica 5 giugno 2022

La mia PanDoc torna a Expo 2022

 


Ogni mia birra ha una sua etichetta, che mi diverto a creare pur non essendo un grafico o un designer : mi stimola molto creare e utilizzare la fantasia per collegare visivamente la mia birra a una immagine.

Leggendo come gli antichi facevano la birra, le loro tecniche di birrificazione e gli ingredienti utilizzati, anche se nell'antichità il luppolo ancora non era conosciuto e quindi queste birre antiche non possono essere assimilabili a quelle odierne, mi ha molto incuriosito l'utilizzo del pane

Una poesia sumera risalente a 3900 anni fa che onora Ninkasi, la divinità patrona della produzione della birra, contiene la più antica ricetta esistente di birra, descrivendo la produzione di birra a partire dall'orzo per mezzo del pane.

Nei reperti antichi spesso si vedono due persone bere con una cannuccia, che ha l’estremità inferiore caratterizzata da una serie di forellini che servivano a filtrare la birra prima di berla poiché all’interno del liquido potevano rimanere scorze di orzo che era pericoloso ingerire. È anche vero però che questo modo di berla faceva forse parte di un cerimoniale di condivisione delle bevande legato all’ospitalità e all’amicizia. 


Per prima cosa gli antichi sceglievano una qualità di chicchi d’orzo ( o più raramente farro ) che fosse la migliore, li si inumidiva continuamente, finché iniziavano a germogliare dopo di che si mettevano ad asciugare al sole. Poi, quando erano ben secchi, venivano macinati e con la farina così ottenuta, si formavano i cosiddetti “ pani da birra “ .

Dopo averli fatti lievitare andavano cotti in forno solo per poco tempo, in modo da lasciare l’interno di questi pani "crudo", per favorire la successiva fermentazione. La fase successive prevedeva che si sbriciolassero in acqua a fermentare il mosto così ottenuto fino a che non raggiungesse una certa gradazione alcolica : è stato ipotizzato che venisse aggiunto succo di dattero, ricco di zucchero per aiutare la fermentazione e alzare quindi il tasso alcolico. Il liquido così ottenuto andava filtrato attraverso un setaccio e riposto all’interno di un grande vaso. L’ultima fase della lavorazione consisteva nel riporre il liquido in piccole giare sigillate con tappi di terracotta.

Quanto descritto come metodo è ancora in uso in Sudan, dove questa bevanda viene chiamata Buzah, così come in Etiopia dove la chiamano Suua



Ora non mi restava che mettere in atto le nozioni acquisite e cercare di utilizzare il pane come ingrediente in più nella birra fatta in casa, da buon homebrewer non mi spaventa provare e sperimentare.

Il risultato finale è stato davvero incoraggiante, tanto è vero che a Expo 2021 della Brasseria Veneta è stata premiata anche per il valore aggiunto del suo essere Gluten Free.



Vi lascio la ricetta perchè chi ne avesse voglia la possa riprodurre tal quale oppure mettendoci le sue intuizioni e le variazioni che gli sembreranno più meritevoli.

Questa birra sarà di nuovo presente e degustabile a Expo della Brasseria 2022.




Vi aspetto per berla insieme !!! Cheers